28 Marzo 2024

A Torino il Flash Mob di parrucchieri ed estetiste

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Un nutrito gruppo di professionisti, vicini ma distanti grazie a un cordone granata, si è dato appuntamento martedì 5 maggio in piazza Castello a Torino. La richiesta? Riaprire quanto prima in sicurezza.


Martedì 5 maggio alle 11 decine di parrucchieri ed estetisti si sono riuniti in piazza Castello a Torino, proprio di fronte alla sede della Regione Piemonte, in un evento spontaneo coordinato da Federvie Piemonte. Tanti professionisti del settore, con mascherina, guanti e divisa, legati da un cordone granata che li ha aiutati a mantenere le distanze di sicurezza, hanno chiesto una sola cosa: la riapertura di saloni di acconciatura e centri estetici piemontesi il 19 maggio.

“Non troviamo giusto aprire per ultimi, essere quelli meno tutelati, quando possiamo garantire ai nostri clienti tutte le sicurezze del caso. Chiediamo di poter aprire prima e che ci vengano abbassate le tasse (anche se andrebbero annullate). Vogliamo che ci vengano incontro, ma soprattutto in questo momento chiediamo una vera lotta agli abusivi”. Queste le richieste di tutti i professionisti, che si sentono #distantimauniti.

La voglia e la preparazione alla riapertura non fanno dimenticare inoltre che non ci sono ancora regole chiare (come invece in Germania o in Spagna): le indicazioni di massima sono guanti e mascherine per professionista e cliente, così come di pulizia e disinfezione in termini generici. Tutti protocolli applicati da tempo o applicabili dai professionisti. 

“Noi saremmo pronti ad aprire già il 19 maggio, e vogliamo farlo ancora più in sicurezza avendo il tempo di organizzarci” ci ha raccontato Patrizia Tomat del salone Colorvita di Torino. “Io personalmente non ho ancora comprato dei kit, perché non si sa ancora di preciso da cosa saranno composti”. Maria Fonseca di Olistic Fashion aggiunge “vorremmo ripartire e siamo pronti, ma non abbiamo linee guida. Attrezzature disinfettate e tutto il materiale che potrebbe essere richiesto lo abbiamo. E abbiamo tanta voglia di ricominciare. Dopo due mesi, l’idea di dover aspettare fino al primo giugno è insostenibile. E oltretutto sono insostenibili i costi”.  

“Dato che siamo in Europa, perché non prendiamo esempio dagli altri paesi? Mascherina, distanze di sicurezza (ad esempio usando un lavatesta su due) e ripartiamo” ci ha raccontato Mauro Tosini. “Io ho 4 negozi e 15 persone ed è tutto fermo. Stanno giocando sulla vita delle persone… Noi sappiamo come si svolge questo lavoro e vogliamo ricominciare. Naturalmente in sicurezza per tutti”.

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