Un punto di vista privilegiato sulla collezione firmata Aveda per la P/E2014. A spiegarci i segreti del colore è Ian Michael Black.
Ian Michael Black, Global Artistic Director Hair Color Aveda, spiega qual è il ruolo giocato dal colore nella nuova collezione Culture Clash. “Il ruolo principale ovviamente! Scherzi a parte, il colore deve accompagnare lo styling e il taglio. La cosa interessante di questa collezione non è tanto una tonalità piuttosto che un'altra, ma tutto il concept che rappresenta, una celebrazione dell'unicità dell'individuo. C'è quindi un po' di tutto in questa collezione, perché ognuno troverà ciò che lo attira. Il colore in questo caso aggiunge al taglio creatività e un feeling particolare, che insieme hanno il compito di ispirare sia gli stilisti sia le clienti e orientarli verso un mood o un altro, seguendo le proprie inclinazioni”.
C'è un'ispirazione etnica nell'uso del colore che hai scelto per questa collezione?
Quando viaggio sono molto influenzato da quello che vedo. Proprio prima di realizzare la nuova collezione sono stato in Asia. Mi ha colpito molto l'uso delle luci: la notte è sempre illuminata da tantissime luci al neon che ti mostrano delle combinazioni di colore davvero interessanti. Ma per esempio raccolgo ispirazioni anche a Londra, dove il melting pot di culture è sempre ricco di spunti.
Qual è il tuo look preferito nella collezione e quale ti aspetti di vedere di più in strada? In realtà in strada mi piacerebbe vederli tutti! Si vedono molti toni pastello al momento, che consentono alle persone di portare colorazioni audaci ma non troppo. Le ho viste scegliere da ragazze di vent'anni ma anche da signore di 60, che mescolano il pastello ai capelli grigi. Fra i look proposti dalla collezione, il blu non è molto comune, mentre il rosso è stato usato a lungo nella moda. La modella Natalie Westling, protagonista della recente campagna di Marc Jacobs con Miley Cirus, è molto giovane ed è diventata famosa quando ha colorato i capelli di arancione vivace. Le persone hanno bisogno di un'icona di riferimento per sentirsi autorizzati a portare colori forti. Per rispondere alla domanda, quando si lavora ai look di una collezione li consideri un po' come dei figli, non puoi preferirne uno sugli altri. Ma posso affermare che quello che amo di più è il bob blu. Mi piace perché è inusuale, è un colore che le persone associano a un mood punk ma in realtà è molto sofisticato.
Il rosa e il blu: li hai pensati per un target particolare, più giovane o più adulto?
No, non c'è un target specifico, i colori che abbiamo scelto vogliono suggerire un'ispirazione, un mood che poi ognuno declina sulle proprie esigenze. Questa collezione vuole essere più una sfilata di moda, dove prendi solo i dettagli che ti interessano: se non voglio l'outfit intero, prendo solo la giacca, per esempio. Vogliamo dare allo stilista la tecnica e alla cliente l'ispirazione. Magari non scelgono il bob blu, ma decidono di colorare solo qualche ciocca. Con queste colorazioni si può garantire che il risultato sia ripetibile sempre con le stesse caratteristiche? Per il concept di cui abbiamo appena parlato, non siamo interessati a ripetere un risultato sempre uguale, perché puntiamo all'unicità dell'individuo, all'importanza di comunicare l'essenza di ognuno. Non vorrei proprio che fosse sempre lo stesso colore, così come non chiedo alle persone che formo di ripetere esattamente la tecnica che ho insegnato loro, perché amo il risultato personale.
Quanto durano queste colorazioni e come si trasformano con il passare del tempo?
Dipende tutto dalle caratteristiche del capello. Ho lavorato ancora con la modella del bob blu dopo aver scattato la collezione. È stato interessante vedere come il colore dei suoi capelli è cambiato nel tempo. Dopo due mesi il blu chiaro sulla parte alta del capo era sparito ed era rimasto un caschetto biondo con un blu pastello sulle punte. Quando l'ho vista non volevo colorare i suoi capelli di nuovo perché mi piaceva moltissimo l'effetto che era emerso. Penso che i colori pastello cambino nel tempo in modi interessanti e il fatto che dopo un po' sbiadiscano fino a non vedersi più sia un vantaggio, perché permettono di cambiare più facilmente il look e di evolvere in qualcos'altro.
Cosa ne pensi del boom del colore, perchè è diventato così importante in questi ultimi anni?
Penso ci siano due ragioni: la prima è perché c'è una generazione di giovani che non ha potuto sperimentare con il look perché ha vissuto i primi anni dell'adolescenza in un momento in cui nessuno colorava i capelli e vedono oggi l'uso del colore come un modo per esprimere il loro atto di ribellione. È una generazione di teenager che non ha fatto granchè di interessante e che è troppo giovane per ricordare i colori del punk per esempio, quindi vede nel colore qualcosa di nuovo e fresco. L'altra ragione è che le persone adulte si sono stufate del loro look e sempre di più decidono per un cambio netto. Il trend dell'ombré è stato fondamentale per riavvicinare le persone a questo servizio e portarle a poco a poco verso tonalità più decise.
Pensi che il colore sia richiesto dalle clienti e come possono gli acconciatori avvicinarle di più a questo servizio?
Credo che la maggior parte delle donne sia interessata a questo servizio perché la maggior parte di esse non porta i capelli naturali, quindi sono tutte attirate dall'idea di avere un colore migliore. La sfida per l'acconciatore è invogliarle alla visita in salone piuttosto che usare un prodotto fai da te. Nessuna donna preferisce davvero colorarsi i capelli a casa, lo fa solo per risparmiare tempo o denaro. Lo stilista ha quindi la possibilità di offrire alle clienti qualcosa che non riescono a ottenere da sole, i suggerimenti di stile. Nessuno sa mai cosa vuole veramente per i propri capelli: ai nuovi clienti io chiedo di dirmi cosa non amano dei loro capelli e offro loro delle soluzioni fra cui scegliere. Una più radicale, una media e una più morbida. Non sempre la più radicale è anche la più cara. Questo approccio li fa pensare. Dare il consiglio è il plus che distingue noi acconciatori e che valorizza il nostro lavoro.