19 Marzo 2024

L’esperto del colore

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Intervista a Josh Wood, Stelier director e Wella Professionals global creative director, color.


Cosa comporta il suo lavoro?
Essere multitasking: dal controllo dei turni del personale, alla risoluzione dei problemi, al progettare e condurre il business, per poi passare ai clienti. Inoltre può capitarmi di dover creare un brief per uno shooting o uno show od occuparmi di aspetti relativi al mio ruolo di Wella Professionals Global Creative Director, Colour. Si deve passare continuamente da progetti manageriali ad altri più creativi.

Quanta complicità c’è tra lei e il suo collega Wella Professionals Global Creative Director, Style, Eugene Souleiman?
Amo lavorare con Eugene e cerco sempre di supportarlo con il colore. Lavoriamo abitualmente insieme per tutti i trend visual di Wella, ma anche agli show, quindi siamo impegnati spesso sugli stessi progetti.

Da dove nascono i suoi trend colore?
È un lungo viaggio. Che inizia da Parigi, con un’agenzia di trend hunter e tutto il team beauty di P&G. Osserviamo i trend, le diverse dinamiche e prospettive socio-economiche a lungo termine che indicano in che direzione sta andando il mondo. Poi traduciamo il tutto in hair trend. Eugene ed io dialoghiamo con molti acconciatori, anche al di là del team Wella, per capire in che modo i trend si relazionino con ciò che facciamo sulle passerelle e a livello editoriale. Quindi inizia il vero divertimento: si lavora con un team di top hairstylist provenienti da tutto il mondo dando forma e personalità alle tendenze. 

Cosa guida lo sviluppo del prodotto colore Wella Professionals?
Lavorare su Illumina, Color.id – e adesso Innosense – è per me motivo di orgoglio. Wella in questo senso è all’avanguardia e ci sono sempre molte cose interessanti in programma. Incontro il team di ricerca e sviluppo (R&D) per discutere del progetto in corso, di cosa ancora deve essere sviluppato e migliorato. L'aspetto che amo di più in questo lavoro è che i parrucchieri fanno parte dello stesso processo di creazione del prodotto di cui hanno bisogno.

Quale ritiene sia l’errore più grave di un colorista in salone?
Il “troppo colore”. Praticamente dappertutto noto clienti che finiscono con l’avere un colore troppo saturo. Amo l’abbondanza di colore, come si è visto alla sfilata P/E '14 di Prada, dove ho scelto per tutte e 50 le modelle teste ipercolorate. In salone, però, la portabilità è la prima cosa.

Per un colorista qual è la migliore risorsa: una tecnica eccelsa oppure una mente creativa?
Partire da un’eccellente tecnica è l’unico modo per arrivare ad avere una mente creativa. Senza le competenze e una sicurezza acquisite è difficile capire quali sono le barriere che si possono oltrepassare nel proprio lavoro. Il mio training alla Vidal Sassoon è stato il punto di partenza che mi ha permesso di guardare al colore in un modo decisamente nuovo.

Può un taglio essere completo senza il colore?
Mai! Anche se il colorista si limita ad aggiungere brillantezza o un effetto gloss, nessun taglio può dirsi completo senza colore.

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