Perché oggi il titolare di un salone non può più concepirsi come un semplice parrucchiere ma deve cambiare la propria mentalità? Ce lo ha spiegato l’esperta di marketing Michela Ferracuti.
In occasione del lancio del suo ultimo libro “Il marketing non serve a un ca**o!”, abbiamo chiesto a Michela Ferracuti, ideatrice del Metodo dell’Hair Stylist di Successo ed esperta di marketing nel settore della cura e della bellezza della persona, di spiegarci il perché un parrucchiere oggi deve cambiare la propria mentalità diventando un imprenditore a 360°. Il titolare di salone oggi deve, infatti, saperne di ogni non solo su taglio e colore, ma anche su contabilità e strategie di marketing.
Perché oggi il titolare di un salone non può più concepirsi come un semplice parrucchiere ma deve cambiare la propria mentalità?
Perché il mercato, la clientela, la concorrenza, le regole del gioco sono cambiate completamente nel giro di un decennio. Se fino a una decina di anni fa era possibile pensare di gestire un salone limitandosi a fare il parrucchiere, oggi la faccenda si è complicata. Oggi bisogna fare i conti con leggi e controlli sempre più invasivi, con una concorrenza folle, con clienti che pretendono molto e sono pronti a lasciarti a seconda di come si svegliano al mattino.
Quali i compiti del parrucchiere imprenditore?
Il parrucchiere imprenditore deve gestire la propria attività come un’azienda. Per fare questo deve avere il massimo controllo delle 3 aree, dei 3 pilastri, di ogni azienda: la gestione amministrativa e strategica, la fornitura di servizi e il marketing. Il titolare di un salone, quindi, deve essere competente a livello gestionale, deve saper leggere un bilancio senza delegare tutta questa parte al commercialista, deve fornire ai propri clienti il miglior servizio possibile e deve conoscere il marketing per fare in modo che le persone preferiscano scegliere lui rispetto ai concorrenti.
Ma come si fa a fare tutto?
Purtroppo è difficile fare tutto. Io non illudo mai le persone, cerco di essere sempre chiara e diretta, anche se nell’ambiente non è una pratica molto gradita. Tutto da soli è impossibile fare. Non conosco nessun titolare di salone che riesca a fare tutto, da solo, nel migliore dei modi. Conosco tanti titolari di saloni che riescono a crescere, certo, ma poi arriva un limite, una soglia che non riescono a valicare. I miei studenti di maggior successo hanno quantomeno un socio, non parrucchiere, che si occupa della gestione, e, talvolta, del marketing.
Io stessa, fin quando ero una consulente che lavorava per pochi saloni alla volta, potevo fare tutto da sola. Oggi ho un’azienda nella quale ci sono competenze specifiche. Ho trovato un socio che si occupa della creazione di contenuti (Emiliano Lemma), un altro socio che eccelle nel marketing operativo (Luca MaDi) e una serie di collaboratori che mi aiutano a far crescere l’azienda. Da sola, sarei ancora una consulente.
I consigli per riuscire a gestire la propria attività?
Sono due i consigli che voglio dare ai lettori di Estetica. E sono più dei diktat piuttosto che dei semplici consigli. Se si vuole crescere, se si vuole fare il salto di qualità, questi sono i passi da compiere.
1. Il primo è quello di colmare le lacune. Se oggi sei un parrucchiere e non hai competenze gestionali, compra libri, come quello di Assunta Incarnato (Quello che i commercialisti non dicono) e frequenta dei corsi per comprendere come si legge un bilancio e come lo si interpreta per poi prendere le adeguate decisioni strategiche. Io stessa sto facendo così. Non è possibile delegare questa parte al commercialista. Il commercialista da fornitore deve diventare nostro partner in affari ma, per farlo, occorre sapere come interfacciarsi con lui.
2. Il secondo consiglio (o diktat) è quello di cercare dei partner strategici, che possono essere esterni o, meglio ancora, dei soci. Da soli non si va da nessuna parte e se vuoi fare il salto di qualità bisogna cercare qualcuno che ci completi. Al parrucchiere di eccellenza consiglio di cercare un socio che abbia competenze di marketing e di gestione. O viceversa. So che è difficile, ma è un passo necessario. I dipendenti possono chiaramente aiutare, ma non è la stessa cosa. Un socio condivide con te i rischi e ha la tua stessa ambizione di portare a casa i risultati.
Come sarà il futuro della professione?
Entro una decina di anni saranno 3 le tipologie di saloni che riusciranno a stare sul mercato:
• i saloni che hanno saputo trasformarsi in un brand;
• i saloni fortemente specializzati;
• i saloni low-cost (o presenti nei centri commerciali).
Il piccolo salone di periferia gestito dal solo titolare o, al limite, con un collaboratore part-time, avrà vita breve. Non nel senso che sarà costretto a chiudere, ma nel senso che si troverà impossibilitato dal crescere e farà fatica ad avere un’attività davvero profittevole.
Purtroppo so, per esperienza, che molti saloni, pur attivi da anni e con molti clienti, non sono profittevoli. Sono gestiti in modo approssimativo e non come aziende, il titolare non ha idea di quali siano i conti e di quali siano gli utili che, a fine anno, si porta a casa. Spesso il titolare guadagna meno di un dipendente con esperienza. E questo è del tutto illogico.
Come rimediare?
La mia vera missione è quella di cambiare la mentalità dei parrucchieri titolari di saloni, combattendo con le credenze e i luoghi comuni che li spingono a rimanere focalizzati sulla parte tecnica, e sui prodotti. Ed è questo il tema principale dei miei prossimi eventi, che ho denominato Corso Matrix, e che mi consentiranno di incontrare parrucchieri delle principali città italiane. Per partecipare: www.corsomatrix.it