16 Aprile 2024

Storia della coda di cavallo

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Dalle passerelle allo street style, passando per le collezioni modacapelli, la coda di cavallo è un must have della stagione. Ma qual è la sua storia?

La storia della coda di cavallo (o per lo meno quella ben documentata) inizia nel XVII secolo, quando era utilizzata dall’universo maschile. La portavano i Manciù della Cina nord-occidentale. Dopo aver sconfitto la dinastia Ming, fondarono la dinastia Qing e imposero con forza il loro stile fino agli inizi del XX secolo: testa rasata nella parte anteriore e lunghezze intrecciate in una coda di cavallo maxi.

Intrecciata con un nastro o fissata con un fermaglio, la coda di cavallo diventò un’acconciatura identificativa dei soldati britannici nel XVIII secolo. Si diffuse poi anche tra gli uomini comuni, tra i quali era consuetudine incipriare il codino per mantenerlo compatto. Dalla rivoluzione francese (1789), iniziarono ad affermarsi tagli di capelli più corti, e il codino fu visto come un segno rappresentativo dello stile dell’ancien régime, tanto che in quel periodo nacque la parola “codino” nel significato di “persona ottusamente conservatrice”.

Nel 1800, anche l’esercito britannico ricevette l’ordine di non usare più le code, e di portare i capelli corti, ritenuti più funzionali. E così la coda di cavallo cadde in disuso.

Una storia tutta femminile

Se, invece, volessimo analizzare il lato femminile della storia della coda di cavallo, questa acconciatura è sempre stata considerata un modo informale per raccogliere i capelli, da ragazzina più che da donna. Tutto questo fino agli anni cinquanta, quando comparve in alcuni film cult e quando fu lanciata la prima barbie che completava il suo bikini zebrato con una coda di cavallo alta. Famose diventarono le code di cavallo di Sandra Dee in I Cavalloni (1959) e Audrey Hepburn in Cenerentola a Parigi (1957).

Alta, scompigliata e cotonata, la coda di Brigitte Bardot diventò negli anni sessanta l’acconciatura must have delle ragazze alla moda. Megagalattica la coda maxi di Barbara Eden in Strega per amore.

Questo hairstyle tornò poi in auge negli anni ‘90 con Madonna: la coda di cavallo biondo platino, raccolta in una treccia, diventò sinonimo di indipendenza femminile. Gli anni novanta sono anche quelli di Fiorello e del Karaoke, e del suo codino.

Non solo in spiaggia o in palestra, oggi la coda di cavallo è un’acconciatura super gettonata. Tiratissima, alta ed extra lucida, oppure morbida, dall’aspetto spettinato e romantico, la storia della coda di cavallo continua, e questo hairstyle è protagonista di passerelle, eventi mondani, collezioni modacapelli e street style. Tra le celeb che l’hanno sfoggiata in diverse occasioni ci sono Beyoncé, Blake Lively, Cara Delevingne, Sarah Jessica Parker, Drew Barrymore, Gwen Stefani, Rihanna e Ariana Grande.

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