Sono il modo più immediato per comunicare il nostro status, il nostro carattere: i capelli parlano una lingua universale.
Il mondo secondo un (ex) ragazzo della provincia inglese che ha deciso di lasciare lo Staffordshire per trasferirsi nella capitale. O meglio, lo straordinario melting pot culturale dell’effervescente East London attraverso le illustrazioni di un artista che descrive il quartiere in cui ha scelto di vivere, ricorrendo al tratto più immediato e distintivo di ogni persona: i propri capelli. Tutti rigorosamente di spalle, e con un preciso messaggio veicolato da uno specifico hairstyle,
I protagonisti di Haircuts of Hackney – dell’illustratore britannico Daniel Frost – fanno parte di quella “real people” che dà un volto alla società in cui viviamo. Gente comune che contrassegna il nostro tempo con la propria fisionomia, con un look personale e, prima ancora, con l’acconciatura dei capelli.
Il tratto di Frost è semplice, naïf e quasi infantile, ma la descrizione del quartiere di Hackney, come la parte per il tutto di un mondo che non conosce barriere, è un’operazione stuzzicante, che ci permette di riconoscere in ognuno dei “modelli” illustrati, i tipi umani che capita di incontrare nelle metropoli di ogni parte del mondo: dagli “hairdo” della comunità ebraica ai voluminosi “puff” di matrice afro, dai sofisticati bob dell’alta borghesia britannica alle mirabolanti acconciature di derivazione hipster.
La comunicazione visiva di ciò che (letteralmente) abbiamo in testa non lascia spazio a fraintendimenti, è diretta e non può mentire. Perché crolla il problema delle diverse lingue del mondo, quando a parlare sono i nostri capelli.