Spesso successi e carriere nascono… per caso. Per coincidenze e incontri. Vi raccontiamo la storia di Lillo (Calogero Arcadipane) parrucchiere di Pavia che pensava di diventare un atleta.
Quel pizzico di casualità che aiuta le grandi scelte. Potremmo riassumere così la storia di Lillo (Calogero Arcadipane) titolare di 3 saloni a Pavia, che ha trovato la sua vocazione per la coiffure a 17 anni in un momento in cui non pensava ad altro che alle gare di atletica e al suo futuro da sportivo.
Come sei diventato parrucchiere?
Mi sono trasferito a Pavia nel 1983. Poco tempo dopo, avevo 17 anni, un amico che studiava per diventare acconciatore mi chiese di accompagnarlo per fargli da modello. E in questa occasione sono stato incoraggiato da un insegnante, Tino Montagna, a invertire il ruolo con il mio amico per provare a fare una piega. Il maestro mi chiese se lo stavo prendendo in giro perché, osservando la naturalezza della mia manualità, pensava avessi già lavorato come parrucchiere. Un episodio analogo è accaduto anche a mio fratello Gianfranco. È da quel giorno che entrambi abbiamo deciso di iscriverci alla scuola per parrucchieri. Già al secondo anno facevamo le gare alle quali partecipava la nostra scuola, a livello regionale e nazionale.
Qual era il tuo mondo prima di entrare nella coiffure?
Ero appassionato di atletica leggera, che praticavo ottenendo ottimi risultati, e mi dedicavo anche al calcio. Prima di iscrivermi alla scuola per acconciatori, il futuro che volevo per me era l'insegnamento di educazione fisica. Poi però le gare di coiffure hanno permesso a me e Gianfranco di metterci in mostra e abbiamo cominciato a chiederci come farci conoscere anche al di fuori di quel circuito. Quindi abbiamo iniziato a seguire sfilate e abbiamo partecipato a due edizioni della trasmissione Numero 1 con Pippo Baudo. La scelta determinante, però, è stata quella di iscriverci alla scuola di Aldo Coppola, che ci ha trasmesso gli strumenti giusti per avere un nuovo successo.
Quando è arrivato il primo salone?
Tutto quello che ho raccontato finora lo abbiamo portato avanti nel tempo libero. A vent'anni, nel 1988, ho aperto il primo dei tre saloni attualmente operativi a Pavia, il Look Center di viale Golgi, che da impresa familiare è diventata pian piano vera e propria società. Successivamente abbiamo aperto due saloni insieme ai miei tre fratelli, tutti accomunati dallo stesso percorso professionale. Nel 2004 abbiamo aperto il secondo Look Center in via Tasso mentre l'ultimo, Evolution, è nato nel 2011e si trova nella periferia sud di Pavia. Questo è il nostro fiore all'occhiello: 170 metri quadrati di open space, total white, con area bimbi coloratissima attrezzata di giochi e postazioni lavoro create apposta per loro. C'è anche una piccola spa, una postazione diagnosi per valutare lo stato di salute della cute del cliente, una postazione colore e una per le spose.
Quanta parte di fortuna e quanto di duro lavoro c'è nei risultati che hai raggiunto?
Io sono convinto che la fortuna aiuta gli audaci, devi andare a cercarla. Lavorare senza guardare l'orologio è fondamentale, ascoltare la propria voglia di fare è il motore che ti porta a vivere per il tuo lavoro e a fare bene lo stilista. Per quello che abbiamo realizzato in tutto questo tempo, il nostro motto è: lavora lavora lavora!
Fra tutte le esperienze che hai fatto di quale sei più soddisfatto?
Tutte mi hanno insegnato qualcosa, tutte sono state importanti perché mi hanno permesso di sentirmi preparato su più fronti.
Cosa miglioreresti nel tuo lavoro con la bacchetta magica?
Ho cominciato quando ancora la formazione era una cosa seria… Oggi purtroppo non è più cosi. Le informazioni trasmesse sono antiquate, potevano servire 40 anni fa, quando c'erano i bigodini e i riccioli piatti, oggi sono conoscenze inutili. Il titolare oggi deve portare l'apprendista a ricominciare daccapo, a imparare un nuovo metodo. Il che si traduce in un ennesimo onere per il proprietario, che invece dovrebbe dedicare la maggior parte del suo tempo all'andamento del salone. L'altro grande punto debole della nostra professione è la burocrazia. All'estero si pagano molto meno tasse, mentre in Italia devi sostenere l'80% di spese. Paradossalmente, più lavori più sei tassato.
Oggi una storia come la tua è ancora possibile?
Me lo auguro per chi vuole diventare stilista con la nostra stessa determinazione. Trent'anni fa c'erano più margini, oggi si è subito pressati con le tasse e se non hai basi solide sei destinato a chiudere.
Chi è il tuo punto di riferimento nella coiffure?
Aldo Coppola, mio ispiratore da sempre… In questo momento mi piace molto il lavoro di Salvo Filetti: mi entusiasma e penso sappia essere molto carismatico.
Il sogno che vorresti realizzare?
Andare a vivere e lavorare in America Latina. È un altro mondo.