24 Aprile 2025

4 modi per riciclare i capelli

In vista dell’Agenda 2030, ecco 4 modi per riciclare i capelli e attuare anche in salone le regole delle tre R: Reduce, Reuse, Recycle.

L’emergenza sanitaria, come quella climatica, ha imposto ancora di più l’attenzione sull’Agenda 2030. Perché non c’è futuro senza sostenibilità e non c’è sostenibilità senza le tre R dell’economia circolare: ridurre, riciclare, riutilizzare. Regole che si possono e si devono seguire anche in salone. Dalla scelta di prodotti eco-sostenibili al risparmio energetico, dalla riduzione dei rifiuti al riciclo e al riuso dei capelli.

Anche le chiome infatti possono essere riutilizzate. Ogni anno in Europa vengono tagliati capelli per un peso di circa 28.000 tonnellate, ma oggi questo rifiuto inizia a fare gola all’industria cosmetica e farmaceutica come anche all’agricoltura e ai servizi di bonifica ambientale. E nasce la filiera del riciclo.

Ecco dunque 4 modi per riciclare i capelli riducendo i rifiuti e facendo del bene al Pianeta:

1. Capelli anti-inquinamento

HAIR BOOM

In 124 Idee per parrucchieri coraggiosi – il manuale ideato da Davines per tutti gli acconciatori che vogliono promuovere uno sviluppo eco-compatibile – tra i consigli concreti dati dal brand e ispirati ai 17 Sustainable Development Goals contenuti nell’Agenda 2030, leggiamo: “Verifica se nella tua zona ci sono associazioni che raccolgono i capelli tagliati per impiegarli nella rimozione del petrolio dai mari: i capelli possono assorbire sostanze oleose fino a nove volte il loro peso, sono un bio-assorbente naturale ed economico.” Un esempio concreto è rappresentato dall’incidente della nave MV Wakashio, nel 2020, che ha riversato sulla barriera corallina di Mauritius più di 4.000 tonnellate di petrolio. Per l’occasione, è intervenuto l’ente no profit australiano Sustainable Salons che ha inviato migliaia di Hair Boom, tubi ripieni di capelli forniti da saloni pronti a sostenere le cause ambientali, contribuendo con le loro capacità assorbenti a fermare la marea inquinante. Una curiosità, finora l’associazione ha raccolto per gli Hair Boom 28.700 kg di capelli. Scoprite di più sul sito ufficiale dell’Associazione.

2. Capelli veri per parrucche da donare

C’è chi taglia i capelli per cambiare look e chi lo fa per una buona causa. Come Francesca Michielin, che a Sanremo si è presentata con un nuovo taglio lasciando i fan a bocca aperta. Un blunt cut firmato Cotril che nasconde anche una nobile causa, come ha spiegato la stessa cantante durante un’intervista a Radio 2: “Ho tagliato i capelli per donarli alle donne che li hanno persi a causa di malattie come il cancro. Li avevo lunghi quindi ho potuto farlo”. I capelli tagliati di chi decide di donarli non vengono dunque buttati, ma riciclati ed utilizzati per creare nuove parrucche da regalare a chi ha perso le proprie chiome a causa della chemioterapia. Esistono infatti diverse associazioni senza scopo di lucro che donano parrucche realizzate con capelli veri alle pazienti oncologiche che non possono acquistarne una. Per donare i capelli bisogna tagliarli di almeno circa 25 cm e raccoglierli in una treccia. Inoltre, non devono essere trattati con méches o colpi di sole. Un gesto che fa bene al cuore ma anche all’ambiente.

3. Capelli come fertilizzanti

Tra i 4 modi per riciclare i capelli, ce n’è uno che interessa l’agricoltura. Da anni, gli scienziati stanno esplorando nuovi metodi per produrre fertilizzanti biologici ed economici con l’uso dei capelli provenienti dai saloni di bellezza. Accanto al letame di mucca, ai fanghi di depurazione e alla lana di pecora, sembra infatti che anche i capelli siano ottimi fertilizzanti biologici per piante a crescita lenta, come basilico, salvia e arbusti ornamentali. “Dopo anni di ricerca siamo giunti alla conclusione che i capelli umani possono rilasciare una quantità sufficiente di sostanze nutrienti per fertilizzare le colture”, ha spiegato lo scienziato Valtcho Zeliazkov del Mississippi State University. “Si tratta di un materiale di scarto con evidenti vantaggi per i produttori e per l’ambiente”. Sensibile all’economia circolare, anche l’associazione francese Capillum – fondata da James Taylor e Clément Baldellou – ha trasformato le chiome in una risorsa utile nella ricerca medica, nella riduzione dell’inquinamento delle acque e dei terreni e nelle colture. “In agricoltura ii capelli aiutano a preservare il suolo e a limitare il consumo di acqua – spiega la startup francese Capillum – Inoltre, il capello contiene cheratina, una proteina che può essere utilizzata per ripulire l’ambiente ma che può anche sostituire la plastica in agricoltura e in orticoltura”. Capillum ha creato un sistema logistico con una rete che finora conta 200 parrucchieri, saloni ai quali fornisce dei sacchi speciali che, una volta riempiti, sono pronti per essere ritirati da un corriere e trasportati alla loro sede per la trasformazione.

4. Capelli come oggetti di design

Tom Mannion

Come possiamo utilizzare i rifiuti di capelli umani per creare nuovi materiali e risultati di design? È la domanda che si è posta Sanne Visser, designer olandese, impegnata a riciclare i capelli in una maniera assolutamente creativa. “I capelli umani sono una risorsa naturale che aumenterà in futuro poiché la popolazione mondiale è in rapido aumento – spiega Sanne -. Il solo Regno Unito crea circa 6,5 ​​milioni di chilogrammi di rifiuti di capelli umani all’anno, che per lo più finiscono in discarica o si degradano lentamente nell’ambiente. Ciò causa diversi problemi sia per l’ambiente che per la salute umana, rilasciando gas tossici e soffocando il sistema di drenaggio. Tuttavia, i capelli umani hanno molte proprietà preziose, sono resistenti alla trazione, termoisolanti, flessibili, oleosi e leggeri.” Da qui, nasce il progetto The New Age of Trichology che ha permesso a Sanne Visser di riciclare i capelli trasformandoli in corde da arrampicata, borse all’uncinetto e altalene.

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