24 Aprile 2025

Taglio capelli Mullet: così brutto… che è (quasi) bello

Non c’è altra spiegazione. Il segreto del successo del taglio capelli Mullet risiede in quel paradosso estetico per cui le forme più sgraziate finiscono col diventare “belle”.

Come per molte altre tendenze, in principio fu David Bowie. Il taglio capelli mullet del suo personaggio Ziggy Stardust lascia un indelebile imprinting ai primi anni Settanta del Glam Rock, diventando il nuovo riferimento estetico che va a contrastare i più selvaggi lungochiomati dell’hard rock, caratterizzati da haircut più selvaggi, molto diversi dal taglio capelli Mullet, formalmente molto curato e imprigionato in strambe geometrie e volumi spesso esagerati.

Mullet vuol dire triglia in inglese. E come in italiano, nella suo significato gergale, il pesce più citato quando si vuole definire qualcosa di “Freak” è diventato sinonimo di uno stile goffo e inelegante: il taglio capelli Mullet piace per le sue forme insolite e bizzarre. L’orrido che sublima nel bello (ma i detrattori sono tanti, più degli estimatori).

Impacciato, decisamente avverso all’idea di armonia, il taglio capelli Mullet ha raggiunto negli anni Ottanta il suo apogeo, quando i cosiddetti big hair –  cotonature scalate, con creste di ogni colore – spopolavano. Nel decennio del più sfrenato edonismo, il taglio capelli Mullet ha avuto milioni di varianti: super liscio, più riccio, mosso, sproporzionato verso il ciuffo, sbilanciato verso il basso con lunghi ciuffi sulla nuca, con o senza frangia.

Vituperato, controverso, odiatissimo da chi pensa che un haircut debba essere soprattutto qualcosa di armonicamente apprezzabile, il taglio capelli Mullet da qualche anno è tornato. E non solo come opzione “freak” , ma come scelta di stile per molte celebrities.

La più grande estimatrice del taglio capelli Mullet dei nostri giorni è senza dubbio lei, Miley Cyrus, che non ha mai fatto mistero di attingere direttamente dagli anni Ottanta per i suoi hair look. Per il suo Mullet, la cantante americana ha scelto il biondo platino, con ricrescita rigorosamente scura. La frangia è prominente, senza aperture, i ciuffi lungo il collo un po’ come vengono, tra il super curato e il trasandato.

Anche Rihanna è una delle fautrici del taglio più uncool di sempre. Il suo taglio capelli Mullet ha assunto diverse forme. In principio, prediligeva qualcosa di più radicale: sommità molto corte, rasato ai lati tipo pixie cut, con esile coda lunga e scalata.

Una seconda versione del taglio capelli Mullet à la Rihanna è decisamente più armonica, una specie di shaggy: le sommità sono sempre corte, ma le lunghezze sono meglio distribuite e non ci sono più gli inserti rasati ai lati. Accettabile.

Infine… il tentativo (in parte riuscito) di dare al taglio capelli Mullet una parvenza glamour, senza apparire come un semplice omaggio agli anni Ottanta. Ci ha pensato Ursula Corbero, una delle protagoniste della serie TV La casa di carta che ha riproposto il Mullet alleggerendolo di quella struttura “fatta con le accette” che ha fatto del Mullet… il taglio che sta male a tutti.

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