Allegra, Alessandra, Ginevra, Mavì. Sono tutte bambine di 9 anni, accomunate da un solo desiderio: donare i capelli per le pazienti oncologiche.
Hanno capelli lunghissimi, ma il loro cuore è ancora più grande. Dal Veneto alla Puglia, passando per Roma e arrivando in Sicilia, sono sempre di più le bambine che decidono di donare i propri capelli alle pazienti oncologiche.
C’è chi emula il gesto di una coetanea, chi ha il papà che lavora presso un istituto oncologico, chi l’ha deciso dopo aver guardato la serie Tv ‘Braccialetti rossi” e chi si è fatto semplicemente ispirare da un articolo sul giornale. Poco importa. La cosa importante è la generosità di queste piccole donne: a soli 8, 9 o 10 anni privarsi dei propri capelli non è un gesto da poco eppure Allegra, Alessandra, Anita, Mavì, Ginevra, Giorgia e Greta – e chissà quante ancora! – lo hanno fatto senza pensarci un attimo, consapevoli che donare le proprie chiome a chi le ha perse per malattia è un gesto di solidarietà che non ha prezzo.
Ma che fine fanno le trecce di queste bambine? Una volta tagliate, il parrucchiere le impacchetta e le spedisce ad associazioni onlus che fanno realizzare parrucche per pazienti in chemioterapia. Parrucche che vengono poi donate gratuitamente a chi le richiede con lo scopo di sostenenere ed aiutare a riconquistare quell’autostima e quella forza necessaria per affrontare la malattia.
E le regole per donare i capelli? Ogni associazione ha le sue regole quindi è bene informarsi prima di tagliarli, ma in generale si possono riassumere in 5 semplici precetti:
- La lunghezza dei capelli non deve essere inferiore a 25 cm (alcune associazioni parlano di 28)
- Non devono essere trattati con l’hennè
- Possono essere trattati ma devono avere un colore uniforme, senza mèches, shatush, balayage, degradé, ecc…
- Capelli puliti, ben asciugati (altrimenti potrebbero ammuffire) e legati in una coda o in una treccia
- Farsi aiutare nell’impresa dal proprio parrucchiere di fiducia.
