24 Aprile 2025

Covid e caduta dei capelli: parla il dermatologo

Più del 30% di chi ha contratto il Covid-19 ha manifestato un’importante caduta dei capelli. Che rapporto c’è tra il virus e i disturbi della chioma? Ecco l’opinione di Antonino Di Pietro, fondatore e direttore scientifico dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis.

L’allarme è stato lanciato durante il 94° Congresso SIDeMaST, quando Maria Bianca Piraccini, direttrice della Scuola di Specializzazione di Dermatologia e Venereologia dell’Università  di Bologna, ha puntato i riflettori sulle ripercussioni che la malattia da Sars Cov-2 può avere sui capelli. Accanto alla perdita di gusto e olfatto, alla stanchezza fisica, al mal di testa e alle difficoltà respiratorie, gli esperti hanno rilevato che più del 30% delle persone con Covid-19 hanno finora manifestato anche un’importante caduta dei capelli.

Un fenomeno chiamato ‘telogen effluvium acuto’ che porta alla perdita dai 100 ai 200 capelli al giorno e che solitamente si verifica dopo eventi traumatici (in misura ridottissima, questa caduta avviene anche durante il cambio di stagione. E se volete sapere quanti capelli cadono in media al giorno, cliccate qui). Un campanello di allarme, ma soprattutto un effetto che ha delle ripercussioni anche a livello psicologico.

Il Professor Antonino Di Pietro

Ma si tratta davvero di un fenomeno così diffuso? Ed esiste una relazione fra Covid e caduta dei capelli, che può essere anche molto massiccia? L’abbiamo chiesto al Professor Antonino Di Pietro, fondatore e direttore scientifico dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis: “Si tratta di una problematica che noi dermatologi abbiamo effettivamente riscontrato in questo anno e mezzo di pandemia ma, al momento, sembrerebbe trattarsi solo di un fenomeno transitorio. Anche in pazienti da me seguiti, ho notato che la caduta dei capelli tende a risolversi già dopo qualche mese.

Quali sono le cause di questo aumento?

Dal punto di vista scientifico, non possiamo ancora dare delle risposte certe riguardo a una correlazione tra Covid e caduta dei capelli. Siamo ancora nel campo della ricerca, ma si possono fare tre ipotesi:

Forte stress: ogni volta che dobbiamo affrontare una malattia importante, o del tutto nuova come nel caso del Covid-19, il nostro organismo vive un periodo di stress che può andare ad agire sul microcircolo. Sotto stress, infatti, i vasi sanguigni tendono a restringersi e a far passare meno sangue (pensiamo a come diventiamo pallidi dopo un forte spavento), una vasocostrizione che può colpire anche il cuoio capelluto apportando meno sangue, ossigeno e sostanze nutritive ai bulbi piliferi e ai centri germinativi del capelli.

Carenza nutrizionale: durante la fase acuta della malattia si tende a mangiare poco, o a non mangiare affatto, e questo porta ad una grossa perdita di peso e di conseguenza anche ad una perdita dei capelli. Un fenomeno che si verifica ogni volta che si fanno delle diete ferree o in caso di anoressia e bulimia, che sono infatti tra le maggiori cause scatenanti della calvizie femminile.

La terza ipotesi è quella legata direttamente al virus del Covid. In questo anno e mezzo abbiamo capito che il virus aggredisce i vasi sanguigni, tende a distruggerli e a causare dei trombi, dei coaguli. Questo spiega le gravi polmoniti che hanno portato in questi mesi ad affollare le terapie intensive: i trombi chiudono i vasi sanguigni, il sangue non circola più e i tessuti vanno in necrosi. Stessa cosa avviene in altri organi come il cuore, il cervello, i reni.

A livello scientifico non abbiamo ancora risposte certe – la ricerca è già stata avviata a livello internazionale ma ci vogliono mesi prima di avere dei risultati – ma la causa della perdita dei capelli nei malati di Covid-19 è probabilmente legata proprio ad un indebolimento dei vasi capillari che nutrono i bulbi piliferi. Con meno sangue ai bulbi e alle cellule germinative dei capelli la perdita dei capelli è inevitabile. Una caduta che abbiamo notato sia negli uomini che nelle donne.

Oltre alla caduta dei capelli, si parla di tricodinia: qual è la correlazione con il virus?

La tricodinia è un un dolore/fastidio a livello del cuoio capelluto che può essere causato, esattamente come abbiamo detto per la caduta, da fattori di ansia e stress oppure dall’ipossia, una condizione di carenza dell’ossigeno a livello dei tessuti dell’organismo. Faccio un esempio semplice: se leghiamo un laccio stretto al dito, dopo un po’ il dito diventa paonazzo e si avverte dolore per la mancanza di circolazione. La stessa cosa avviene al cuoio capelluto quando si hanno alterazioni nella circolazione sanguigna. È un disturbo che può presentarsi associato alla caduta o anche no. Anche in questo caso sono stati avviati gruppi di ricerca a livello mondiale per cercare di comprendere il rapporto di causa-effetto che c’è tra il virus e questi disturbi, nonché l’evoluzione nel tempo. Solo quando avremo una casistica più ampia sarà possibile delineare un quadro più preciso e completo.

Covid e caduta dei capelli: a livello dermatologico, che cosa si può fare di fronte a queste problematiche?

Possono essere utili delle frizioni con lozioni a base di glixina, nuovo principio attivo a base di glicogeno, una sostanza presente nei primi mesi di vita quando il bambino si sta formando nel ventre materno. Molti studi infatti ritengono che il glicogeno sia fondamentale nella formazione dei capelli nell’embrione e abbiamo notato che – se usata dopo un forte periodo di stress, una dieta ferrea o una malattia – favorisce la ricrescita dei capelli, rendendoli più forti. I dermatologi la usano sotto forma di lozione ma è disponibile anche in shampoo.

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